lunedì 14 maggio 2012

Coriolanus - 2011

Coriolano è una tragedia di Shakespeare tra le meno conosciute e come tutta la mappazza di tragedie scritta dal grande William, gronda sanguE, vendetta e morte.
Coriolano è il nome che il Senato di Roma assegna al generale Caio Marzio dopo una vittoria contro i Volsci di Tullio Aufidio, acerrimo nemico. I due si odiano come solo due personaggi di una tragedia di Shakespeare possono odiarsi.
Caio Marzio è un uomo duro, spietato, ligio al dovere e odia il popolino, ne odia la debolezza e la fragilità ("la guerra vi rende spaventati e la pace spavaldi").
Purtroppo ha bisogno dell'appoggio del popolo per poter diventare console e per farlo deve mostrare le ferite che si è procurato servendo la Repubblica. L'orgoglio e l'odio però sono schiaccianti e Caio Marzio non riesce a scendere a compromessi.
Accusato di tradimento per voler instaurare la tirannia, verrà esiliato.
In cerca di vendetta, entrà nelle fila dell'odiato Tullio Aufidio con lo scopo di tornare a Roma e schiacciarla.
A livello di cronaca, siamo dalle parti del 5 secolo avanti Cristo.

Ora, Ralps Fiennes ha fatto un film sulla tragedia intitolato Coriolanus e mi è capitato di vederla ieri senza essermi mai visto un trailer ne nulla ne niente.
E succede che Roma non è la Roma di 2500 anni fa. Il film è ambientato nel 2010 o giù di li, ambienti devastati da lunghe guerre, carri armati, mortai, elicotteri.
I senatori parlano in televisione.
L'approvazione del popolo si cerca nei talk show.
Le battaglie si svolgono in ambienti urbani a colpi di granate e fucili.


All'impatto ho pensato immediatamente a Romanitas di Sophia McDougall ma mi sbagliavo.
Romanitas è un romanzo ucronico, Roma non è mai caduta e nel 2000 impera ancora mentre Coriolanus è letteralmente la tragedia di Shakespeare dove ad essere cambiata è solo l'ambientazione, soltanto quella.

I personaggi mantengono i dialoghi originali così come concepiti e scritti da Shakespeare, il che a volte rende un po' strana la resa su schermo (i cittadini che si recano al granaio, i generali che parlano di spade mentre imbracciano un M16 e così via) ma nel complesso è un bel contrasto.

Ralph Fiennes interpreta Caio Marzio; ho fatto fatica a riconoscerlo, rasato sbarbato e glaciale, mentre Gerald Butler veste i panni un po' in ombra di Tullio che a conti fatti è un personaggio in ombra.
Mi inginocchio davanti alla prestazione di Vanessa Redgrave, qui nelle vesti di Volumnia, la granitica madre del generale.
Il film scivola via in 2 ore, è stato girato in Serbia e gioca paurosamente sul contrasto antico/moderno.
Superfluo dire che i grandi scrittori riescono a trattare temi senza tempo. Riescono a parlare di cose che tutt'oggi ci interessano da vicino. La crisi economica, la guerra, il colpo di mano, la politica populista.
Il dubbio è, era Shakespeare davvero avanti o il mondo non si è poi così evoluto?

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