mercoledì 24 aprile 2013

Hotline Miami e il cinema di Nicolas Winding Refn

Segue un post disarticolato la cui lettura può causare forte irritazione.
anche lui mi causa forte irritazione
Fine del disclaimer.


In qualche modo la violenza ha una sua estetica se confinata in determinati contesti.
Parlo di scene come De Niro che rompe la testa con una mazza da baseball ad un suo scagnozzo ne Gli Intoccabili o Audition di Takashi Miike (tutto), Martyrs, la scena dello sfasciacarrozze in KickAss.
E poi un giorno di un paio di anni or sono scopro un film che si chiama Valhalla Rising.
Film onirico, metafisico (parola usata accazzo ma ci sta), dove non succede nulla ma che è riuscito in qualche modo a piantarsi ben bene in quello spazio che sta tra la testa e lo stomaco.
Due scene trovo memorabili.
La prima quando One-Eye, il protagonista diciamo, sfonda il cranio di un avversario con cui sta combattendo usando una pietra. Perché è cruda e tremenda per quanto viene resa naturale.
La seconda quando i vichinghi parlano scandalizzati dal fatto che i cristiani (seguaci di Cristo) siano soliti cibarsi del loro dio. Una di quelle cose horror su cui non mi ero mai soffermato.
Wow.
Dopo aver visto questo film, ho cercato praticamente tutto quello che riguarda la filmografia di Nicolas Winding Refn.
Due in particolare, Bronson e Drive.
Bronson è l'emblema dell'estetica della violenza, ad esempio.
Bronson, interpretato da Tom Hardy (tra le altre cose uno degli attori più camaleontici che abbia mai visto) è un criminale dedito alla rissa e al pestaggio come forma di comunicazione e di espressione.
È una storia vera. Nel senso che è la versione da cinema di questo tizio qua. Un tizio che è stato considerato come l'uomo più pericoloso del Regno Unito. Uno spirito artistico, uno che mentre è in galera si spoglia, si ricopre di burro dalla testa ai piedi per rendersi scivoloso e poter fare a botte con le guardie carcerarie.
Totale
E poi Drive.
Film del 2011, Ryan Gosling in stato di grazia che si infila in un personaggio stracazzuto, gelido e letale. Un vendicatore di quelli che piacciono a me, di quelli che per amore sfasciano il mondo. Compresi loro stessi.

Ok, così capita che mi trovo a giocare a Hotline Miami. Che è un gioco indie con il miglior trailer di lancio dell'ultimo periodo. Oltre ad una colonna sonora spettacolare.

Il gioco inizia con un tizio che deve insegnarti ad ammazzare le persone.
Tutorial guy
Il protagonista del gioco, ambientato in una Miami a 8 bit sul finire degli anni '80, riceve telefonate sulla sua segreteria telefonica. Le telefonate lo invitano a presentarsi in determinati luoghi, indossando un "abbigliamento consono" per svolgere dei compiti ben precisi.
Il protagonista allora parte a bordo della sua DeLorean, indossa una maschera di gomma con le fattezze di un animale e irrompe in alcune abitazioni seminando la morte.
Il gioco è estremo, veloce, gameplay a ritmo serrato dove si trova anche un minimo di tattica e una storia totalmente inaspettata.
Colori acidissimi e atmosfere alla Lynch.
Il protagonista è uno psicotico, atarassico e metodico vendicatore.
Quelli che ammazza sono criminali, ed è stato scelto per un motivo preciso.
Man mano che si va avanti il tutto diventa sempre più surreale, delirante e crudele. Non lineare.
Hotline Miami ti attanaglia, se hai un certo tipo di sensibilità.

E succede che a gioco completato i ragazzi della Dennaton Games ringrazino proprio Nicolas Winding Refn.
Drive in particolare, per la sua estetica.
Perché la violenza è una forma di romanticismo.

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