domenica 12 agosto 2012

INDIE GAME: THE MOVIE

intervistatore : "cosa faresti se non riuscissi a finire il gioco?"
Phil Fish: "mi ucciderei, è questa la mia motivazione"

  Mi sono imbattuto in questo documentario quasi per caso.
  Cazzeggiavo leggendo una rivista di videogames e mi balza
  all’occhio un riferimento a questo film.
  Nell’articolo si parlava del documentario che spiega la genesi di 
  SuperMeatBoy.
  Più che sufficiente, vado a cercarmi il film.
  In effetti si parla di si di SuperMeatBoy ma il film tenta di
  esplorare (a mio avviso centrando in pieno l’obiettivo) il difficile 
  mondo degli sviluppatori di videogames Indie.
  In particolare il focus è centrato su tre titoli: Braid di John Blow, il 
  già citato SuperMeatBoy di Edmund McMillen e Fez di Phil Fish 
  che all’epoca del documentario non era stato ancora rilasciato.
  Si vedono quelle che sono le difficoltà, le privazioni, la fatica di 
  essere un piccolo team di una, due, tre persone e di quello chè è il 
  beta testing, accedere ai fondi economici (kickstarter), le pressioni lavorative, gli sforzi ma anche le opportunità del digital delivery. E soprattutto si esplora il lato personale dei ragazzi che stanno dietro a questi giochi. Come vivono la loro vita in termini di relazioni, di amicizia, di lavoro e nei confronti di quella che è l’ultima forma d’arte in termini cronologici.
I giochi dei quali si segue la genesi e lo sviluppo non hanno bisogno di grandi presentazioni ma una doverosa introduzione è necessaria:  

Braid è senza dubbio un capolavoro. Ha rinventato il platform, ha unito Supermario a Monet tirando fuori una storia eterea che scava nell’esistenzialismo lasciando volutamente il giocatore con una manciata di risposte da interpretare e grandi interrogativi sulla vita. Un gioco che è una vera e propria perla.
 

SupermeatBoy, ecco, è il platform più adrenalinico a cui abbia mai giocato. Si indossano i panni di un ragazzo privo di pelle che cerca di salvare la propria compagna (Bandage Girl) dal terribile Dr. Fetus. Il gioco cita Sonic the Hedgehog, Street Fighter e Doom, oltre a molti altri titoli.
Fez invece è un platform in pura pixel art. Di sicuro il gioco più originale dei tre, narra delle gesta di un personaggioche vive in un mondo 2D che scopre l’esistenza del 3D. Gli enigmi verranno risolti esclusivamente tramite la giusta prospettiva.
 Il film esplora la vita di questi sviluppatori che di fatto sono dei veri e propri artisti. Edmund McMullen e Tommy Refenes (Team Meat) sono dei nerd da film americano. Gente che deve aver preso grandi calci nel culo dalla vita, prima che la diffusione endemica di internet e delle tecnologie consegnasse il mondo nelle mani di chi a scuola è sempre stato umiliato. Gente estremamente intelligente, creativa, geniale e per questo per forza di cose emarginata.

John Blow è un personaggio enigmatico ed etereo. E Braid è la trasposizione della sua personalità, a quanto il film lascia vedere. Il gioco è da giocare, rigiocare e giocare ancora. Pieno, denso, difficile. Una fiaba digitale dai risvolti ermetici. La creazione di un videogioco è un dialgo unico tra sviluppatore e giocatore.
Phil Fish

In fine Phil Fish, personaggio estremo. Ossessionato dal dettaglio, conscio del proprio genio e delle potenzialità di un prodotto che non riesce a finire. Una vera e propria rock star dell'universo underground dell' Indie Gaming, prima osannato e poi odiato. Preso tra problemi legali, di sviluppo e di prospettiva sia del gioco in se che dal gioco stesso. All'epoca il gioco non era ancora stato rilasciato (lo sarà nei primi mesi del 2012).
I giochi prodotti, le opere direi, sono a mio avviso quello che avrebbe potuto creare Orson Welles o Bunuel o anche Picasso se fossero stati in grado di usare un linguaggio di programmazione. Certo, parliamo di giochi, cioè intrattenimento. La vita stessa però è un gioco, nel senso che ci sono regole, una durata e dei partecipanti. Guardare una mostra di pittura, un'installazione, un'opera teatrale, anche questo è intrattenimento. In un videogioco si può trovare tutto quello che esiste nelle altre forme d'espressione, ma non è vero il contrario.
Sono ormai certo che nel 2012 poche persone considerino i videogames una roba da bambini. O almeno lo spero. Se qualcuno ancora pensasse ai videogames come un prodotto di basso livello, ecco, gli consiglio vivamente di guardarsi questo film.

 Per dovere di cronaca il film è del 2012 ad opera di James Swirsky e Lisanne Pajo, registi canadesi.

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