È passata circa una settimana dall’ultimo post scritto sull’onda
del terrore.
Poi la situazione è peggiorata perché il lavoro mi ha
praticamente assorbito tutto il tempo libero a disposizione. Il poco tempo
rimasto, invece che impiegarlo per, che so, aggiornare il blog o leggere o fare
sesso , l’ho speso giocando a un videogame. Il che non è necessariamente un
male.
Il gioco in questione è un qualcosa che praticamente anche i
sassi conoscono. Me ne sono tenuto lontano perché ho letto recensioni, commenti
etc, etc che lo dipingevano come un capolavoro e bla bla bla, quindi da bravo
hipster video ludico mi limitavo a storcere il naso e a dire…bha.
Piuttosto incoerente per uno che annovera tra i suoi
videogame preferiti i pilastri del mainstream ma chissenefotte, la
contraddizione è la forma più elegante di coerenza.
Vabbé vabbé, fatto sta che il tempo libero lo spendo
giocando a the Binding of Isaac.
Devo controvoglia ammettere che tutte le recensioni, i
plausi e le scene di isteria collettiva riguardo a questo gioco non rendono
giustizia. Il gioco è un capolavoro.
Per i pochi che non sapessero di cosa parliamo, the Binding
of Isaac è un videogame indie sviluppato da Edmund McMillen (Spewer, Super Meat
Boy) alla fine del 2011.
La trama è pressappoco questa:
Isaac è un bambino di quattro anni o giù di li che vive con
la mamma, è felice, gioca spensierato mentre la mamma spende il tempo tra
lanciargli occhiate amorevoli e seguire trasmissioni televisive a contenuto
religioso. Un bel giorno la mamma di Isaac sente la voce di Dio (quello del
Vecchio Testamento, per intendersi. Quello che trasforma la gente in sale, quello
che manda i suoi angeli a compiere stragi, quello che cavalca i leviatani,
quello che maledice intere popolazioni, quello che alla fin fine è una sorta di
demone onnipotente) che mettendola di fronte alla crudeltà del mondo, le ordina
di spogliare il figlio di tutti gli inutili beni materiali che sono la fonte di
ogni male.
Detto fatto, la mamma spoglia Isaac, lasciandolo nudo e gli
toglie ogni giocattolo. E poi, sempre su ordine di Dio lo isola in camera sua,
per proteggerlo dal mondo peccatore.
Infine, trattandosi come accennato di un Dio non edulcorato
dal Nuovo Testamento, chiede alla madre di uccidere Isaac. Il piccolo, spiando
dal buco della serratura della stanza in cui era segregato, la vede avvicinarsi
con un coltellaccio. Cercando disperatamente di fuggire, trova una botola nella
quale scappa, finendo in dei sotterranei popolati da terribili creature. Dovrà
farsi strada attraverso differenti livelli per giungere all’inaspettato finale.
Il gameplay a mio avviso ha due intuizioni davvero fiche: livelli random compresi i boss che non
capitano mai nella stessa sequenza e morte permanente. Se muori rinizi il
gioco, da capo. Ok, sono tutte
caratteristiche Roguelike, però sti cazzi, riproporlo nel 2011 non era così
immediato.
Ovviamente non si ferma a questo. In realtà TBOI è pieno
zeppo di dettagli, rifiniture e colpi di genio da farlo salire di diritto in
una delle migliori produzioni del 2011. E a quanto ho capito è fatto tipo in
Flash.
Non conosco molti giochi a sfondo religioso cristiano, se
escludiamo i vari Assassins Creed e Dante’s Inferno che però non colgono un
paio di elementi in modo così preciso come TBOI, la doppia faccia di una
religione estremamente cupa e sanguinaria e la sottile differenza tra fede e
follia.
La mamma di Isaac è pazza oppure è davvero la voce di Dio a
parlarle? Nel Vecchio Testamento ci sono moltissimi esempi di richieste di
sacrifici umani anche tra consanguinei e
di vendetta. Il sacrificio di Isacco ad opera di Abramo ne è solo l’esempio più
famoso. I mostri che popolano i
sotterranei della casa poi incarnano simbolicamente quello che la religione
cristiana rappresenta: sprite dall’aspetto tenero ed innocente almeno finché non
attaccano, diventando un intrico di zanne, bava, vomito e sangue.
Il crawler prima di attaccare |
Menzione sul piccolo protagonista: Isaac è un bambino, la
sua arma sono le lacrime. Le sue paure sono quelle di un bambino. Nei passaggi
tra un livello e l’altro si vede Isaac tormentato dai ricordi. Alcuni fanno
sorridere, come quando il piccolo si trova seduto sul cesso e la carta igienica
è finita. Altri sono tristi, come quando gli vengono abbassati i pantaloni dai
bulli della scuola mentre regala un mazzo di fiori ad una sua compagna. Altri
fanno inorridire, come quando Isaac è in piena crisi di panico perché è stato
rinchiuso in un baule. È possibile sbloccare altri personaggio giocabili, tutti
con nomi vecchio/nuovo testamentiani come Cain, Magdalene, etc.
TBOI è difficile, nel senso che la difficoltà del gioco è
piuttosto elevata e la morte permanente può essere frustrante. È difficile
anche per i temi trattati. La grafica stilizzata non alleggerisce le tematiche
rabbiose, complice anche un sottofondo musicale coinvolgente e quanto mai
azzeccato nella sua ossessiva ripetitività. E dà dipendenza. Ogni partita finita spinge a volerne fare un’altra,
anche “solo l’ultima e poi vado a letto che sono le tre del mattino e domani
lavoro”.
Per approfondire tutti ma proprio tutti i segreti di questo gioiello, c'è una wiki molto ben fatta qui
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