lunedì 9 settembre 2013

The Ocean at the end of the lane - Neil Gaiman



Sandman in una delle rappresentazioni più celebri


Di Gaimann ho letto American Gods e Anansi Boys, entrambi ambientati, credo, nello stesso setting narrativo. Poi Stardust, Coraline. E svariati fumetti legati al personaggio Sandman.

Come posso descriverlo come scrittore?
E' fantasioso, questo è indubbio. Abile a creare dei personaggi fiabeschi, insoliti e delicati. Abile a creare situazioni di orrore che emergono dalla normalità per sfociare nell'inaspettato. Abile a tenere vivo l'interesse senza colpire con frasi memorabili ma con lo storytelling puro e semplice.
Ecco, TOATEOTL è un po' un sunto di tutte queste qualità, con qualcosa in più e, ahimè, qualcosa di meno.

La trama in poche righe:
Il libro inizia narrando in prima persona il ritorno del protagonista nel paese natale, probabilmente per un funerale. Dopo qualche peregrinazione, si ritrova alla fattoria confinante con la sua vecchia casa, la fattoria degli Hempstock. E da li partono i ricordi della sua infanzia, legati alla piccola di casa Hempstock, Lettie, e di come, più di 40 anni prima, un uomo che aveva affittato una stanza presso la casa dei suoi genitori si era suicidato in auto, scatenando forze al di la della comprensione umana (o meglio, degli adulti).

L'oceano del titolo è un laghetto che la piccola Lettie chiamava oceano, perché, di fatto, quello che rende un oceano tale sono solo le dimensioni. E dalla giusta prospettiva.
Ed è di questo che parla questo libro o meglio, questa novella. Di prospettive. La prospettiva del narratore è sempre quella di un bambino amante della lettura, amante dei gatti, con una fervida immaginazione che serve a rimpiazzare la mancanza di caratura sociale. Un bambino che ama esplorare sentieri nuovi e nascondersi tra le pagine dei libri, dotato di una grande sensibilità e sconvolto dalla morte come avvenimento che prepotentemente si incastra nella sua vita. La morte autoinflitta.

http://comicbook.com/wp-content/uploads/2013/02/ocean-at-the-end-of-the-lane-gaiman.jpgTOATEOTL è sostanzialmente una fiaba autobiografica, il racconto nero della crescita e della perdita dell'infanzia come dimensione del tutto è possible. La morte, il dolore, la frustrazione assumono in questo racconto le maschere del fantastico, esseri immensi gonfiati dal vento e retti da uno scheletro putrefatto oppure che fingono di essere ciò che non sono. Avvoltoi del vuoto. Genitori lontani e incompleti.

Ecco, il tema è stato affrontato più volte. Coraline in particolare. Ma anche Mirrormask. La cosa interessante è che cercando su internet sembra davvero che Gaiman in gioventù fosse stato testimone di un episodio analogo.
Un membo di Scientology, setta di cui il padre di Gaiman faceva parte si tolse la vita proprio nell'auto della sua famiglia.
Ecco l'intervista dell'epoca rilasciata da un giovanissimo (7 anni, come il protagonista del libro) ma estremamente maturo (come il protagonista del libro) Neil Gaiman:

E questo è forse il punto debole, a mio avviso, del libro. Niente in contrario su come un'opera catartica o terapeutica possa diventare un'opera letteraria; il difetto emerge nel momento in cui alcuni aspetti rimangono superficiali o peggio ancora riservati quasi esclusivamente a chi conosce la vicenda davvero da vicino. Non una rielaborazione, quindi ma una confessione. Uno svuotarsi la coscienza.
E credo che ci siano altri strumenti per far questo.

Nel complesso però mi sentirei di consigliare un libro che ha ricevuto, a livello unanime, ottimi riscontri

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